Libertà, Educazione, Associazione

 Perché educare



Voi siete educabili. Esiste in ciascun di voi una somma di facoltà, di capacità intellettuali, di tendenze morali, alle quali l'educazione sola può dare moto e vita, e che, senza quella, giacerebbero sterili, inerti, non rivelandosi che a lampi, senza regolare sviluppo. L'educazione è il pane dell'anima. 

(Giuseppe Mazzini, Dei Doveri dell'uomo).

Abbiamo cercato di creare un luogo di grande assortimento librario che fosse un luogo di incontro, di scambio di idee e opinioni, dove si potesse circolare liberamente, dove si potessero “toccare i volumi” o semplicemente dove passare un po’ del proprio tempo libero.

La nostra libreria conserva la sua vocazione primaria di grande libreria generalista con ampi settori di manualistica professionale, giuridica, fiscale, didattica e psicologia a cui si aggiungono i testi scolastici per ogni ordine e grado, dalle elementari ai testi universitari. 

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Uno sguardo sul ... Mondo

Dedichiamo questo numero a due argomenti che sono molto importanti ed attuali, oltre che legati, inevitabilmente, allo scenario internazionale che, purtroppo, da quando si è insediato il nuovo presidente USA Donald Trump, ha subito una pericolosa deriva della quale ancora non si conoscono  né la direzione né l'esito.

Qui sotto una riflessione sulle recenti elezioni in Germania

Di lato un resoconto dell'incontro a Washington tra Trump e il presidente ucraino Zelensky, conclusosi con un clamoroso fallimento.

ELEZIONI IN GERMANIA 2025: UN CONFRONTO STORICO E IL RUOLO DELLA STAMPA ITALIANA


Le elezioni federali tedesche del 23 febbraio 2025 hanno suscitato grande interesse anche in Italia, con un'ampia copertura mediatica e numerosi commenti sui risultati. Tuttavia, l’interpretazione fornita da alcuni politici italiani e soprattutto di giornali e opinionisti ha enfatizzato in modo particolare l’ascesa dell’estrema destra, spesso accostandola al contesto della Repubblica di Weimar. 


Dai titoli pubblicati il giorno successivo al voto emerge una narrazione allarmistica: “Vince la CDU, vola l’ultradestra”, "Germania: vincono le due destre e fanno litigare quelle italiane” oppure "La sinistra sprofonda, il centro argina l’ultradestra". Questa impostazione ha portato alcuni osservatori a tracciare paralleli con il periodo tra il 1928 e il 1933, quando l’instabilità politica portò alla crescita del nazionalsocialismo e alla crisi definitiva della Repubblica di Weimar. Tuttavia, un’analisi più approfondita della situazione politica e istituzionale attuale mostra come tali confronti siano, in larga parte, impropri.  


La Repubblica di Weimar e la Germania del 2025: analogie e differenze  


- La Repubblica di Weimar fu caratterizzata da un’instabilità politica cronica, con governi che raramente riuscivano a completare il loro mandato. Tra il 1928 e il 1933, la Germania fu costretta a ripetute elezioni: nel 1930, il Partito Nazionalsocialista passò dal 2,6% del 1928 al 18%; nel luglio 1932 raggiunse il 37%, calando poi al 33% nel novembre dello stesso anno. La crisi politica si concluse con la nomina di Adolf Hitler a cancelliere da parte del presidente Paul von Hindenburg nel gennaio 1933.  

Nel contesto attuale, invece, la situazione appare ben diversa. Innanzitutto, la CDU/CSU è il partito vincitore e dispone delle risorse politiche per formare un governo stabile, molto probabilmente con i socialdemocratici (SPD) che sono usciti fortemente ridimensionati dall’esito elettorale). Inoltre, la stessa CDU ha escluso già in campagna elettorale qualsiasi alleanza con l’AfD, il partito di estrema destra. 



 FONTI:


SkyTG24 rassegna stampa

Reuters.com

Deutescher Bundestag          



- Un altro elemento di differenziazione riguarda il peso elettorale delle forze estreme. Nella Germania di Weimar, i partiti radicali – comunisti e nazisti – superavano nelle ultime consultazioni il 50% dei consensi, ed essendo incompatibili, rendenvano estremamente difficile se non impossibile la formazione di governi stabili (FIG.1)

Oggi, invece, la somma dei voti di AfD e della sinistra radicale (Die Linke) non raggiunge il 30%, ridimensionando il rischio di una paralisi politica simile a quella degli anni ’30. (FIG.2)

- Infine, il voto dell’AfD risulta fortemente concentrato nelle regioni dell’ex Germania Est, caratterizzate da difficoltà economiche e sociali, mentre il nazionalsocialismo negli anni ’30 godeva di un consenso più uniforme su tutto il territorio tedesco (FIG. 3-4).  




Il ruolo della stampa e le reazioni politiche  


L'enfasi posta da alcuni quotidiani italiani sulla crescita dell'estrema destra sembra riflettere più un dibattito politico interno che una reale emergenza democratica in Germania. A riprova di ciò, alcune testate italiane hanno persino evidenziato con toni trionfalistici il risultato di AfD, mentre nel resto d’Europa il voto tedesco è stato analizzato in modo più equilibrato.  

Allo stato attuale, dunque, non sembrano esserci reali elementi per paragonare la situazione politica tedesca agli ultimi anni della Repubblica di Weimar. Se è vero che l’estrema destra ha ottenuto un risultato significativo, il quadro generale resta sotto il controllo delle forze moderate e del sistema democratico tedesco, ben più solido e strutturato rispetto a quello della Germania degli anni ’30 ed anche dell’Italia attuale.


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 TRUMP E ZELENSKY: UN INCONTRO FALLITO E LE DISTORSIONI DELLA NARRAZIONE MEDIATICA

Ieri, 28 febbraio, si è tenuto un incontro tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, con l’obiettivo di trovare un accordo di pace tra Ucraina e Russia. Tuttavia, secondo le principali agenzie di stampa e le fonti di informazione internazionali, l’incontro si è concluso con un totale fallimento. Non solo non si è raggiunta alcuna intesa, ma Trump avrebbe utilizzato espressioni offensive nei confronti del suo interlocutore, arrivando quasi a minacciare lui e il suo Paese. 


Nonostante ciò, nei giorni precedenti, diversi quotidiani italiani avevano diffuso titoli che lasciavano presagire un esito ben diverso, suggerendo un possibile cambio di rotta da parte del presidente statunitense. Ad esempio, il Corriere della Sera titolava: "Trump può cambiare, forse è la nostra speranza", mentre altre testate proponevano paragoni con eventi storici, addirittura con il dialogo tra Nixon e Mao. 


Questa discrepanza tra la realtà dei fatti e la narrazione proposta da alcuni media solleva interrogativi sulla loro imparzialità e sulla tendenza a interpretare la politica statunitense con un atteggiamento di eccessiva condiscendenza e benevolenza, se non di piatta subalternità, aspetto che, comunque, sembra contraddistinguere anche le scelte dell’attuale governo italiano. 


Nixon e Mao: un accostamento inappropriato 


Particolarmente discutibile è stato il tentativo di paragonare l’incontro tra Trump e Putin con la storica apertura diplomatica tra Richard Nixon e Mao Zedong nel 1972. In quell’occasione, il presidente statunitense avviò un processo di distensione con la Cina, che portò a significativi accordi politici e commerciali.


FONTI


Agenzie di stampa (Reuters, Associated Press, ANSA) per notizie sugli incontri diplomatici.

Quotidiani internazionali (The New York Times, The Washington Post, BBC News) per analisi sul comportamento di Trump e sulla politica statunitense.

Documenti ufficiali (trascrizioni di discorsi, comunicati della Casa Bianca, rapporti del Congresso USA).

Fonti giudiziarie per le accuse e le condanne nei confronti di Trump.


Un confronto tra Nixon e Trump, però, appare privo di fondamento per diversi motivi. 

- Innanzitutto, Nixon era un avvocato di grande esperienza e un politico di lunga carriera all'interno del Partito Repubblicano, avendo ricoperto il ruolo di vicepresidente sotto Dwight Eisenhower. Trump, al contrario, ha fatto il suo ingresso in politica senza un percorso istituzionale consolidato, imponendosi nel partito grazie a un’imponente campagna finanziata anche da esponenti del mondo economico. 

 - Un altro aspetto rilevante riguarda il comportamento dei due uomini politici in occasione di sconfitte elettorali. Nel 1960, Nixon perse contro John F. Kennedy per un margine ristrettissimo, pari allo 0,2% dei voti (49,7 contro 49,5) ma non contestò il risultato né chiese un riconteggio. Trump, invece, dopo la sconfitta contro Joe Biden nel 2020, mise in discussione l’esito delle elezioni e incoraggiò le proteste culminate nell’assalto a Capitol Hill il 6 gennaio 2021.

- Anche gli scandali che hanno coinvolto i due presidenti presentano differenze sostanziali. Nixon fu costretto alle dimissioni a seguito dello scandalo Watergate, che riguardava attività di spionaggio politico da parte del Partito Repubblicano ai danni del Partito Democratico. Trump, invece, è stato coinvolto in numerose vicende giudiziarie, tra cui accuse di frode, molestie e altre violazioni della legge. Inoltre, a differenza di Nixon, ha cercato di influenzare la composizione della Corte Suprema per garantirsi un vantaggio politico a lungo termine.


Il ruolo dell’informazione 


L’ampia copertura mediatica e la tendenza di alcuni giornali italiani a presentare Trump sotto una luce più favorevole rispetto ai fatti concreti pongono questioni di rilevanza sulla qualità dell’informazione. È essenziale che il giornalismo mantenga un approccio critico e basato su fonti affidabili, evitando di creare narrazioni fuorvianti o di avallare letture distorte della realtà politica internazionale.

I PRINCIPALI PARTITI ITALIANO - PREMI UL SIMBOLO PER LEGGERE LE MIE CONSIDERAZIONI


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